Se c’è rimedio perché te la prendi? E se non c’è rimedio perché te la prendi?

"Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi?”.

Questa frase di Aristotele, ma attribuita anche a Confucio, è sicuramente di quelle che possono essere inserite nella lista delle ‘frasi segnanti’. Lungi l’idea di un fatalismo in stile ‘Città della Gioia’, ove risulta in tutta la sua dissonanza l’approccio attivo della comunità cristiana in rapporto a quello rassegnato della popolazione locale. Ma la frase tiene dentro di sé il segreto della vita serena e di un modo di affrontare i problemi positivo. Stante la rabbia che mi ha sempre posseduto, il fuoco che arde al mio interno, questo aforisma fa capire come sia totalmente inutile lasciarsi andare all’ira, meglio analizzare il problema da più angolazioni, magari usando il pensiero laterale.

Ma quanta bellezza racchiude questa frase? Quanta calma e controllo della situazione implica? Nel capolavoro dei fratelli Coen, ‘Il ponte delle spie’, Tom Hanks si rivolge spesso alla spia russa, il cui rientro a Mosca ne mette a rischio l’incolumità, chiedendogli “Non sei preoccupato?”, la risposta è sempre la medesima “Servirebbe?”.

C’è un senso in tutto questo? Tutto è relativo, quello che a prima vista può apparire come una sfortuna od un accidente, si potrebbe rivelare invece un’occasione, un fortunato caso. Perdere l’aereo e scoprire poi che la vacanza sarebbe stata un disastro, in aeroporto sicuramente vi lascerebbe andare alla rabbia più profonda, ma servirebbe? Che di fronte ad un accadimento nefasto ci si lasci andare alla rabbia è sicuramente normale, uno sfogo che viene naturalmente, ma che sia inutile è altrettanto certo. I casi sono e saranno sempre solo due, o hai una soluzione o non ce l’hai, in entrambi i casi aggiungere improvvidi sbalzi umorali di pressione non servirà ad altro che offuscare la corretta gestione dell’emergenza.

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