La fantasia fa crescere?

Bambini, ragazzi, cosa può stimolare la mente di un fanciullo più che l’avventura? Cosa spinge le persone a fare cose nuove ed a cercarsi nuovi obiettivi? Da grandi potrei citare la ‘noia’, argomento che ho già trattato in innumerevoli argomenti e fonte di studio, ma la noia può essere il motore anche nella ancora nitida dei un bambino?

Se dovessi citare i libri che mi hanno formato forse non darei adito a voli pindarici, una letteratura a volte sottovalutata come quella salgariana, ma pensiamo alla meraviglia di un autore che ha descritto in maniera così mirabile posti mai visti, ricreando mondi che appaiono così reali da poterli toccare con mano. Chi non si è mai sentito un tigrotto di Mompracem in gioventù? E’ che quando dai la stura ad un barile di mosto questo comincia a fermentare, e dopo è difficile fermarne il bollore.

Ai tigrotti, ai misteri della jungla nera, agli inglesi cattivi che facevano la brexit ancor prima che nascesse l’Europa, si aggiunsero le avventure di Rocambole, ancora prima che rocambolesco diventasse sinonimo di stupefacente. Letture decisamente adulte, anzi adulterine come capitava spesso nelle pagine di Du Terrail. Dagli amori puberali e romantici di Salgari a quelli a tinte forti dei sobborghi parigini, e le donne iniziavano a mostrare tutta la loro complessità.

I moschettieri, ed anche qui amori difficili e donne perfide abbondavano, le trame tra Londra e Parigi, Buckingham Palace e la reggia di Versailles nuovo teatro di un Romeo e Giulietta in salsa nord-europea, avevano la meglio sulla carica dei 101, animaletti così noiosi da far fare il tifo a Crudelia De Mon. Altrettanto risultavano insopportabili leoncini combinaguai, elefantini volanti che nemmeno sotto l’influsso di anfetamine li puoi vedere, pesci che parlano, pifferai che passano il loro tempo a suonare per dei ratti e dotti accademici che cercano di trovare significati profondi in un suonatore che fa affogare topi.

Ma il colmo dell’assurdità ed il trionfo della noia assurgevano con testi quali il sommo Libro Cuore, con la sua maestrina dalla penna rossa che ti chiedevi in quale scuola fosse mai andato l’autore guardando la vecchia arpia che ti scrutava da dietro la cattedra, rigorosamente posta rialzata rispetto gli alunni. Per non parlare del Pinocchio, un bambino di legno fatto da un falegname, eventualità che rivaluta perfino i pargoli partoriti sotto i cavoli e le cicogne con il fagotto appeso al becco. I libri di Sven Hassel erano decisamente più realistici, sangue morte e distruzione sono patrimonio dell’umanità da sempre, molto più di immaginari pupazzi di legno che si trasformano in persone, molto più probabile che le persone si trasformino in mostri dal cuore di legno.

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