Giornalismo

Sarebbe facile agire come uno dei tanti haters, discutere di contenuti, ma la domanda che voglio polemicamente porre è: “Vogliamo raggiungere i 10.000 abbonamenti partendo dagli attuali 7.000 entro la fine dell’anno?”. La risposta scontata è ovviamente sì. Il quesito successivo pone l’accento sul perché non si sfruttino le enormi potenzialità del Blog. Da capo-redattore abituato a fare una certosina attenzione agli insights ed al tasso di conversione dei post, non posso che stupirmi che si pubblichino articoli che conseguono engagement di 3-4.000 condivisioni con centinaia di commenti e migliaia di likes, alternandoli ad una serie di pubblicazioni che faticano a mettere insieme qualche stentato centinaio di shares, poche decine di clic.  

Quale utilità e vantaggio redazionale può portare alla causa di diffondere il giornale, un articolo che provoca meno interazioni di una foto del gattino appartenente al barista sotto casa? Passare da 7.000 shares a 15 è semplicemente indice di una selezione che non è attenta agli argomenti che provocano interesse e fanno lead, ovvero potenziali clienti. Molti blogger reclameranno il loro spazio, ma se non c’è capacità di attrazione e modi di scripting atti a generare engagement, meglio limitarsi alla propria bacheca social, una dura realtà, migliore di una fantasia virtuale. Come diceva un grande scrittore poco tempo fa, “Continuate a mandare i vostri scritti, non desistete, non abbattetevi se siete convinti del vostro valore. Se poi ad un certo punto nessuno vi pubblica, forse dovrete capire che la vostra strada è un’altra”.

Per essere sicuro di essere bannato a vita voglio porre in essere un altro suggerimento rispetto l’imperdibile FQMillennium. Quanto amo la carta, sentirla frusciare fra le mani mentre sfogli le pagine è qualcosa di eroticamente superiore al rumore delle banconote che schioccano tra le dita dei cassieri di banca quando ne controllano l’autenticità. Ma il tipografico? Chi ha un e-book reader capisce benissimo quanta attenzione abbiano posto le case costruttrici nel mettere in atto un modo di leggere che provochi poco affaticamento.

Sofismi da intellettuale di sinistra piuttosto che da ignorante di destra come chiedevo ad un illuminato politologo proprio ieri? Tutt’altro! Dietro queste notazioni esiste una scienza esatta, la worklife balance, in questo caso specifico l’adattamento dell’ambiente al progressivo invecchiamento dei lettori. Difficilmente gli zers saranno tra gli acquirenti dell’edizione cartacea, e chi ha una vista con qualche anno di troppo, subisce un forte affaticamento nel distinguere i caratteri grigi su sfondi colorati, grigi, azzurri, gialli. Già la carta stampata è in crisi di vendite, aggiungere fatica inutile che porta probabilmente molti lettori a terminare anzitempo la lettura non aiuta. Per inciso, case come la BMW che hanno adottato la disciplina della worklife balance hanno introdotto pavimentazioni più morbide, luci più basse e pause toilette più brevi, ma numerose, per adattare la fabbrica al progressivo invecchiamento della forza lavoro.